Camminando insieme...
...verso il Capitolo Generale 2013

13 Nov.

DIVENTARE μόνος

Eccovi ora della gente che vive nell'unità al segno da

costituire un solo uomo.

Di costoro giustamente si afferma che sono "μόνος”

Commentario al Salmo 132, 6

Allo scopo di promuovere una profonda comunione di

mente e cuore tra i confratelli della comunità, le nostre

relazioni personali devono basarsi sulle qualità necessarie

per autentiche relazioni umane. Una comunicazione sincera

è un fattore umano essenziale per la vita

Const. n. 110

Il modo di vita agostiniano mette in primo piano

l’esigenza di fare, dai diversi individui, dalle diverse

inquietudini, anime, desideri e cuori, uno soltanto. Il termine

uno (μόνος – μοναχος – monaco) viene usato non per il fatto

che la persona viva isolata o perchè abbia raggiunto un certo

equilibrio e unità fra le sue passioni e volontà. La persona è

veramente μόνος / monaco in quanto sta diventando uno con

gli altri membri della comunità; nella misura in cui i molti

diventano uno.

Alla luce del commento al salmo 132 le comunità

agostiniane, nelle quali le differenze convergono nell'unita,

offrono una luce di speranza a un mondo nel quale le

differenze invece generano le ferite della divisione.

La gente ci vede come frati individuali o come una comunità?

Puoi condividere le tue riflessioni

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27 Nov.

POVERI CHE CONDIVIDONO I BENI

Non è infatti per fomentare l’orgoglio dei poveri che nella sequela di Cristo i ricchi si abbassano con condiscendente indulgenza. Ed è cosa sommamente sconveniente che in quel genere di vita dove i senatori sanno adattarsi al lavoro gli artigiani divengano sfaticati, e nelle case dove si rifugiano i padroni dei campi lasciando i loro agi e comodità, ivi i campagnoli divengano esigenti e schizzinosi.

De Opere Monachorum 25,33

Attraverso la comunione dei beni manifestiamo di essere immersi nell’amore che non cerca le cose proprie, ma piuttosto il bene comune e antepone le cose comuni alle proprie e non le proprie alle comuni. La più grande ricchezza della comunità agostiniana è pertanto la grande e abbondantissima ricchezza comune, Dio stesso. Dobbiamo, di conseguenza, coltivare sinceramente la povertà ed esprimerla in forme nuove più adeguate alla società di oggi e alle nuove culture. Non è sufficiente avere il permesso del Superiore nell'uso dei beni; ma dobbiamo essere poveri di spirito e di fatto (Mt 5, 3), accumulando tesori in cielo (cf. Mt 6, 20).

Const.66

L’unità dei cuori e delle anime nella comunità si basa nella ricerca del bene

comune. Condividere i beni materiali in comune è soltanto un primo passo che

inizia ad esprimere le dinamiche di una vita in comune. Ma questa condivisione

prepara ed educa il cuore a mettere da parte l’amore privato che ci priva della

comunione con gli altri (Gen ad lit. 11,15,19).

La nostra vita agostiniana abbraccia la povertà come una disposizione del

cuore, libero dal desiderio dei beni materiali (CC 65), ed esprime questa libertà

quando riesce a mettere in comune qualsiasi altro tipo di bene, come sogni,

progetti, relazioni, missioni, compiti, problemi, doni spirituali e intellettuali, etc.

Quale beni – materiali o di altro tipo – non riesco a condividere con la

comunità?

È ancora valido il criterio di che le nostre comunità devono cercare di

vivere “un po’ al di sotto del livello del popolo al quale si rivolge

direttamente il nostro servizio.” (CGI 74, 77)?

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